Dalla nascita ai 6 anni

Sviluppare competenze informali di audiation

Nei corsi per bambini dalla nascita fino ai sei anni secondo la MLT il bambino apprende informalmente competenze musicali. Si inizia precocemente perché le sue capacità di apprendimento sono massime nei primi anni di vita. Esposto alla musica, attraverso il dialogo musicale proposto dal modello di un adulto competente, è il bambino stesso a cogliere le occasioni di apprendimento. Ognuno impara in autonomia, a suo modo e secondo tempi del tutto personali.
Il bambino sviluppa l’audiation preparatoria in un percorso non lineare che va dall’acculturazione all’assimilazione. Attraverso canti, pattern, movimento e giochi impara a cantare con un’intonazione adeguata, a imitare correttamente pattern tonali e ritmici, a sentire i modi – per esempio maggiore e minore – a distinguere i metri – ternario, binario e quelli inusuali – e sviluppa un senso di metro e ritmo consistente. Sviluppa cioè delle competenze di base per imparare la musica formalmente quando inizierà il suo percorso scolastico.

La voce e il canto

La voce nella nostra stanza della musica risuona, rimbalza, vibra,
muove, invita all’ascolto e al dialogo, si fa canto e musica, dai primi tentativi precoci alle improvvisazioni più ardite.
La voce è corpo in movimento, è espressione di sé, misura la presenza e la distanza, si priva della parola per lasciare spazio ai contenuti musicali e recupera la parola quando il bambino saprà giocare con essi. La mia voce è la mia musica!

Il respiro

Il respiro è un grande protagonista delle lezioni MLT ed è particolarmente curato per molte ragioni: alcune sono visibili, altre le possiamo riconoscere soltanto se lasciamo che tutto il nostro corpo stia in ascolto. Il respiro di cui parliamo è caratterizzato dal lasciare entrare l’aria e dal lasciarla uscire. In questo movimento continuo si tessono relazioni, ci si apre all’ascolto, alla creatività, alla trasformazione e all’espressione di sé.
Per l’insegnante lasciare entrare l’aria prima di un canto o di un pattern significa mettersi in contatto con la propria audiation, annunciare al bambino un evento musicale, favorire nel corpo la distensione necessaria per usare al meglio la voce, disporsi ad accogliere dentro di sé tutto ciò che accadrà con libertà e senza aspettative. Lasciare entrare l’aria alla fine di un canto o di un pattern mantiene viva la relazione, riempie di corpi in ascolto il silenzio che segue per favorire lo sviluppo dell’audiation del bambino, lascia vivere il canto anche quando non è più udibile.

Il movimento

Col movimento il bambino conosce se stesso e il mondo che lo circonda e questo processo di conoscenza precocemente iniziato non lo abbandonerà mai. Col movimento percepisce lo spazio, il tempo, il peso, la sua propria forza. Favorire il movimento durante le lezioni di educazione musicale significa tenere aperti tutti i canali di apprendimento a disposizione del bambino. Le neuroscienze ci insegnano che anche il movimento è un’esperienza sensoriale, come l’udito, e così ci muoviamo cantando o ascoltando un canto, ci muoviamo proponendo un pattern per rimanere presenti e attivi. L’educatore sceglie un movimento a flusso continuo perché il suo è un invito a muoversi, liberamente, affinché il movimento diventi ascolto, dialogo e canto.
Non abbandoniamo mai questo strumento che andando avanti si arricchisce di ulteriori significati: col movimento il bambino più grande troverà il proprio modo di sentire ed esprimere i contenuti musicali che vivono dentro di lui, sarà il veicolo col quale il suo strumento interiore dell’audiation troverà vita all’esterno, diventerà gesto sullo strumento e voce nel canto.

L’ascolto

L’ascolto… il grande compagno di viaggio!
Educare alla musica significa per noi soprattutto educare all’ascolto di sé e dell’altro, educare all’ascolto di ciò che ancora non si conosce, all’ascolto di ciò che non è ancora fisicamente presente, di ciò che è proposto dal nostro compagno di musica o dal nostro insegnante.
Viviamo tutti la sofferenza di una cultura che volta le spalle all’ascolto, e la musica ci insegna che per essere ascoltato devo prima di tutto mettermi in ascolto. In classe come sul palcoscenico, a tre mesi come a dieci anni, da solo o in ensemble. Il nostro ascolto è sempre reciproco, ci sono sempre due soggetti in ascolto; è relazione, anche quando nei laboratori di ascolto degli educatori nelle scuole viene proposta la musica registrata. Saremo sempre lì ad ascoltare insieme al bambino. E l’ascolto sarà per tutta la vita la fonte inesauribile di acculturazione musicale, processo mai concluso attraverso il quale ogni musicista rinnova la propria musicalità.

Il gioco

Il bambino impara giocando. Il gioco nei gruppi di MLT è un altro strumento che crea relazioni tra insegnante e bambino e tra i bambini stessi. L’insegnante si mette in gioco in prima persona, tenendo d’occhio gli obiettivi musicali, cogliendo le idee dei bambini, sviluppando con loro giochi divertenti di ascolto, di movimento e dialoghi musicali.
Oggetti come foulards, paracadute o cerchi ispirano sempre giochi nuovi, inventati dai bambini, movimenti fluidi e vari attraverso i quali il bambino entra in contatto informalmente con i contenuti musicali che l’insegnante sa calibrare per lui.

Il gruppo

Il gruppo formato da bambini, genitori o educatrici e dall’insegnante dà al bambino sicurezza in un clima di fiducia, di ascolto, di rispetto reciproco e insieme di attenzione verso il singolo. Mentre il bambino crea relazioni con gli altri bambini e adulti, crea anche una relazione con la musica. Ci sono poche regole ben definite da rispettare: per mettere in primo piano la musica si evita di parlare, si entra in silenzio nell’aula e sedendosi in cerchio si dà forma al raccoglimento iniziale. Con il canto dei saluti, ogni bimbo è accolto con il suo nome.
Gli adulti aiutano il bambino ad ascoltare i canti e i pattern, rispettando i silenzi, ascoltando loro stessi con attenzione, muovendosi con la musica e cantando accompagnamenti suggeriti dall’insegnante.

L’aspetto di continuità delle relazioni negli incontri settimanali e le
amicizie che si creano fra i bambini sostengono lo sviluppo musicale. Insieme ci si diverte, insieme si hanno più idee, insieme s’impara
meglio, insieme si è più motivati per la musica.

Il silenzio

Il silenzio è uno degli strumenti fondamentali della MLT e per questo
è curato con molta attenzione. Il silenzio non è un’assenza ma un
momento di ascolto verso qualcosa di nuovo dentro o fuori di noi.
Può essere il prossimo canto o un altro pattern, la risposta di un bambino, e ancora nel silenzio si offre il tempo necessario per dar forma a un’idea o a un pensiero musicale. Il bambino ha bisogno, in una cultura piena di suoni e rumori sempre presenti, di momenti di silenzio.
È nel silenzio che comincia a desiderare la musica. Nel silenzio impara, sviluppa la sua audiation e partendo dal silenzio riesce a esprimersi, a farsi sentire, a capire e a iniziare i primi dialoghi musicali.

Il dialogo musicale

Il dialogo musicale tra insegnante e bambino è il luogo dove si sviluppa l’audiation. L’insegnante si rivolge al gruppo e a ogni singolo bambino, si relaziona con canti, pattern, piccoli elementi tonali e ritmici, movimento, giochi. Il bambino a sua volta reagisce con il silenzio, con un sorriso, con un movimento, oppure con la voce.
L’insegnante accoglie, rispecchia, trasforma le risposte del bambino dimostrandogli che sono tutte benvenute. Sentirsi e vedersi rispecchiato e riconosciuto per le sue azioni favorisce nel bambino la creatività e lo incoraggia a continuare e a partecipare sempre più attivamente. Infatti si sviluppano da questi primi piccoli dialoghi, “parlando” musica insieme, rispondendo uguale o diverso, aggiungendo o levando elementi, creando nuove espressioni e dinamiche, le competenze che permettono di improvvisare e di creare la musica.

Il canto senza parole

La voce e il canto sono gli strumenti fondamentali per mettersi in relazione affettiva con il bambino. Nei corsi secondo la MLT si scelgono canti brevi adeguati alla capacità di attenzione del bambino piccolo che possono essere compresi nella loro interezza. Sono complessi e in una grande varietà di modi, metri e di espressioni musicali. Sono senza parole perché il bambino piccolo è molto interessato a imparare la lingua materna e la presenza delle parole catturerebbe tutta la sua attenzione a scapito dell’ascolto della musica.
Tramite un repertorio di ascolto così ricco e accurato il bambino impara a conoscere informalmente le differenze, a percepire il centro tonale, le strutture della forma, gli elementi fondamentali del ritmo e i primi elementi della sintassi musicale. I genitori e gli educatori partecipano cantando accompagnamenti semplici per offrire ai bambini l’occasione di ascoltare canti a più voci.

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